giovedì 6 settembre 2007

Vita da Arbitro

Come spesso la vita di un arbitro non si dimostri facile.


Il tutto parte con abbondante anticipo rispetto ai giorni delle partite, per la precisione tre settimane prima quando un solerte portalettere deposita nella tua cassetta della posta la mitica busta contenente la designazione.


Dopo averla aperta con cura quasi maniacale fai due conti veloci veloci e ti accorgi che ti aspetterà un week end da 900 km … così è, quindi vale la pena organizzarsi.


Arriva finalmente il fine settimana e in barba agli amici, alla fidanzata/moglie, il venerdì sera lo dedichi ad andare a letto presto poiché la sveglia suonerà implacabile all’indomani alle 5.30 del mattino … ecco effettivamente sull’implacabilità della sveglia si possono aprire alcune parentesi, e che quello non fosse un week end tutto rose e fiori lo si è capito subito, quando aprendo un occhio ho visto filtrare un po’ troppa luce dalle fessure della tapparella; appuntamento con il primo collega da recuperare (anche la funzione tassista rientra fra i compiti del bravo arbitro) per le ore 6.45 ed erano già le 6.31 … la vigliacca dopo aver svolto più che egregiamente il proprio compito per tutti i giorni lavorativi della settimana (e ti pareva il contrario!) aveva deciso di fallire proprio quando si sarebbe dovuta dimostrare più utile!


Avvertito il collega che avrei fatto inesorabilmente tardi e avendone ricevuto in risposta un paio di insulti (non per il ritardo, ma perché a saperlo poteva dormire di più!) ho provveduto a infrangere ogni regola del codice di circolazione stradale collezionando un potenziale di punti di penalità sulla patente che potrebbe ricadere tranquillamente nella casistica di manifesta al terzo inning (… sigh)! Morale della favola a casa del collega ci arrivo alle 7.13.


Esaurita la seconda razione di insulti (sempre per non averlo lasciato dormire un po’ di più!) finalmente si riparte con destinazione casa del terzo collega (in confronto i bus Palermo-Milano sono dei dilettanti) che fortuna sua ha 90 Km di sonno in più di noi. Un altro inequivocabile indizio che non si trattasse del nostro giorno fortunato lo abbiamo avuto all’ingresso in autostrada dove la coda appariva ferma e monolitica fin dalla rampa di accesso … per gli amanti della statistica alle 7.25 alla vista dello stop forzato è stato battuto il record mondiale di bestemmie da parte del collega … per fare i 90 Km che ci separavano dall’ignaro compare abbiamo impiegato almeno tre ere geologiche, districandoci fra incidenti (2), lavori incorso (3), vacanzieri che ritirano la patente il giorno prima di partire per le ferie, ed un infelice tentativo di prendere uno straccio di caffè in autogrill terminato con l’impossibilità fisica di entrare nel bar (sempre per via dei vacanzieri) … in compenso sulla scale di accesso ho trovato il mio vicino di casa che non vedo mai e che mi deve restituire la canna per innaffiare e quindi ho approfittato per contrattare la resa del maltolto … quindi aumentata la gastrite in maniera allarmante ci siamo rimessi in macchina senza aver fatto colazione e siamo ripartiti; oddio siamo ripartiti non proprio subito, giusto il tempo di ritrovare un simpatico nonnetto di Piacenza che per non saper ne’ leggere ne’ scrivere aveva ben pensato di parcheggiare in modo da impedirmi ogni movimento!


Risaliti in carrozza la domanda si è subito materializzata nelle nostre menti: “Lo avvertiamo che facciamo tardi in modo che possa tornare a letto … o non gli diciamo niente così almeno si sveglia e soffre un po’ anche lui?”; ebbene dopo una breve tornata referendaria all’interno del mezzo di locomozione, all’unanimità si è deciso che doveva soffrire!


Finalmente, schivata anche una signora che in piazzola di sosta stava cambiando un bebè che aveva deciso di dar sfogo ai suoi istinti, arriviamo a destinazione alle 10.37.


Per questo giro gli insulti ce li spartiamo in parti uguali io e il collega 1, ma non essendoci tempo da perdere via di nuovo, tanto mica potrà andar peggio di come andata fino ad ora … e poi dobbiamo fare ancora 280 Km, mica bruscolini … e la prima gara è alle 13.00! Ed invece la divinità della strada asfaltata ci si è dimostrata per l’ennesima volta infausta … code e code e code! Non sapendolo il collega 2 cerca quindi a sua volta di battere il record di bestemmie, ma appunto non aggiornato del nuovo primato stabilito in prima mattina riesce a collezionare solo la seconda miglior prestazione stagionale. Ormai è chiaro che dobbiamo avvertire il campo che arriveremo in ritardo … ma chi ce l’ha il numero del campo? O di un dirigente? … panico assoluto … ma ecco balenarmi un’idea meravigliosa: “Ho il numero di una giocatrice, chiamiamo lei e ci facciamo dare il numero del suo presidente, sempre sperando che non sia già al campo!” Per rispetto e per l’amicizia che ho con questa giocatrice farò passare sotto silenzio che a un paio d’ore dalla partita l’abbiamo disturbata mentre stava placidamente dormendo … convinta che si giocasse alle canoniche 18.00; fatto stà che ci passa (dopo aver capito in che mondo si trovava e a quale pianeta fare riferimento) finalmente il numero agognato e avvertiamo che forse entro tre giorni riusciamo ad arrivare. Forse spinto da compassione o da sano cinismo a 100 Km dal traguardo il traffico decide di darci tregua e così i punti che non mi ero giocato in precedenza me li sono bevuti in quel frangente, ma ormai la frittata era fatta … ore d’inizio: 13.00 … ore di abbandono del modulo lunare (perché di sicuro si faceva prima ad arrivare sulla luna) 13.05! Chiediamo venia e posticipiamo l’inizio alle 13.30; adesso vorrei trovare quel buontempone che sostiene che il pregame non serve a niente … il povero collega 2, a cui la sorte ha compensato la fortuna di aver dormito un’oretta in più con la disgrazia di dover fare casa base la prima partita, si è dovuto vestire e preparare in 11 minuti netti … cosa vuol dire? … vuol dire che arrivati sul terreno di gioco grazie anche alla simpatica temperatura di 37 gradi centigradi ha dato inizio alla sua peggiore partita di sempre; a far da cornice a tutto ciò ci si sono messi anche i due manager che hanno schierato una lanciafiammetirasassatespaccatutto l’uno e una cagastraccinonarrivapiùtiprendoperinedia l’altro … contribuendo alla labirintite molesta del collega 2. Tre zombi in campo e meno male che non è successo nulla … ad un certo punto il collega 2 mi si avvicina e con sguardo da oliva snocciolata mi chiede: “Ma quanto sto chiamando male?”, a quel punto mosso da amicizia e compassione e voglia di sostenere il collega in difficoltà l’ho guardato fisso negli occhi e gli ho fermamente sussurrato: “Non dire così … fino ad ora sei a media mille!” … “Ah si????” … “Si, le hai sbagliate tutte!”, contento del mio sostegno se ne è tornato ad accucciarsi dietro il ricevitore … e a mantenere la sua media mille! … e c’era ancora la seconda da fare! Eccomi pronto a riscattare le sorti della categoria arbitrale, ma a riportarmi con i piedi per terra ci ha pensato il campo; il collega 1 (che fortunello non era designato capo) alla fine di tutto, nell’intimità e nella discrezione dello spogliatoio dopo averci fissato entrambi, superando anche la timidezza dettata dal fatto di essere poco più di un rookie si è sentito in dovere di sbottare: “Certo che vi ho visto arbitrare meglio!”.


Che la giornata fosse ormai tragicamente e irrimediabilmente compromessa ce ne eravamo già accorti … ma che porcaccia miseria non si trovasse una pizzeria che una per cenare no, ed essendo a digiuno praticamente dalla sera prima questo non lo potevamo accettare ed allora sdegnati e altamente indignati … ci siamo adattati … e dopo aver percorso in lungo e in largo la cittadina in questione, nella quale per la cronaca le galline fanno le uova con il freno a mano visto che di piano non ci deve essere nemmeno l’asse da stiro (non potete avere idea di quanto abbia patito uno come me abituato alla pianura padana dove tutte le volte che qualcuno passa sui dossi di gomma messi per strada è convinto di essere andato in montagna) … finalmente abbiamo trovato una stamberga di diciottesima categoria dove però ci hanno fatto da mangiare veramente, ma veramente … da schifo!


Finito il nostro lauto pranzo ci siamo guardati in faccia e senza battere ciglio ci siamo diretti verso il posto convenuto per dormire. Probabilmente nessuno di noi era mai stato in un ostello (non probabilmente … sicuramente) e quindi non sapevamo quello che ci aspettava; eh si … perché per risparmiare qualche soldino avevamo optato per un ostello anziché il solito (e confortevole) albergo. Che le nostre idee non fossero ben chiare lo si è capito fin da subito quando il sottoscritto, dopo aver presentato i documenti alla Signora all’ingresso, ha pensato bene di chiedere un “tripla” … la gentile (?!?!) proprietaria del luogo dopo averci squadrato da capo a piedi si è allontanata per tornare dopo poco con lenzuola e coperta che ci ha prontamente consegnato e senza proferire verbo ci ha sospinto verso la nostra lussuosa suite!


La tripla si è trasformata d’incanto in uno stanzone per 15 persone, dove grazie al Cielo non alloggiava nessun altro. Va detto che il collega 1 non brilla per capacità di socializzare e di vivere in mezzo ai propri simili, quindi l’assenza di coinquilini ha fortunatamente evitato quello che viene comunemente definito “dramma della follia” …


Personalmente ho anni di campi estivi alle spalle quindi rifarmi il letto non è stato un problema … il collega 2 ha svolto il proprio compitino senza colpo ferire, ma per il Socializzatore (collega1) la montagna si è dimostrata pressoché insormontabile. Inutile dire che unitamente al collega 2 abbiamo cercato di non scoppiare a ridere di fronte ai suoi maldestri tentativi di vestizione della branda … ma nulla abbiamo potuto nel momento in cui da sotto il materasso si è materializzato un mostro spaventoso e terribile: un minuscolo capello … oltre che poco socievole il collega 1 è pure un po’ maniaco per certi aspetti e se c’è qualcosa che non sopporta sono i capelli (penso gli facciano schifo pure i suoi) … il record da lui stabilito in mattinata è stato quindi ampiamente battuto per distacco e penso che passeranno decenni prima che possa essere di nuovo avvicinato (un po’ come il record di Bob Beamon nel salto in lungo che dal 1968 ha resistito fino al 1991).


Risolto l’inconveniente tricologico il collega 2 ha fatto una scoperta micidiale … il bagno!


Di fronte alla porta della suite si aprivano le porte dei bagni … più che aprirsi … erano spalancate! Il buon collega 2 preparandosi per il meritato sonno ristoratore ha pensato da bravo bimbo di andarsi a lavare i denti … tornado dalla sua operazione di igiene personale ci ha illustrato come in realtà gli ostelli non siano altro che una moderna forma di Comune sessantottina dove la promiscuità regna sovrana; sbalorditi da questa rivelazione (nel frattempo il Socializzatore era ancora alle prese con l’ispezione al microscopio a scansione nucleare del letto) abbiamo chiesto di illustrarci quali fossero le ragioni che lo portavano a questa profonda ed impegnativa riflessione; sollecitato quindi ci spiegava come nel medesimo bagno fosse possibile lavarsi i denti e nel contempo vedere uscire dalla porticina del WC una simpatica signorina (“Mi ha addirittura salutato!”). La sindrome di Sherlock Holmes si è impadronita di me … e spinto da questa mia insaziabile fame di verità ho deciso di indagare sul fatto … eh si proprio di promiscuità si trattava … essendo le porte spalancate il nostro eroe si è infilato nel primo bagno che ha trovato che guarda caso era quello delle Signore … ancora oggi non si spiega come mai nel bagno delle Signore ci siano anche le donne … i misteri della vita!


Ore 21.50 finalmente riusciamo a stenderci sul letto … lo so che potrebbe sembrare altrimenti, ma ve lo giuro che il Socializzatore è una brava persona … e io e il collega 2 siamo crollati dal sonno in 4 secondi netti; uno direbbe tutto normale, tutto a posto … eh no … perché il Socializzatore soffre anche di insonnia e vederci crollare in quel modo lo ha fatto infuriare e non poco con il risultato che al mattino al nostro risveglio siamo stati insultati pesantemente solo perché c’eravamo addormentati. “… se dormi ti tirano le pietre …”.


La domenica era il gran giorno … eh si perché il Socializzatore faceva il suo esordio (vero) a casa base in serie A1 … faceva? Meglio dire “avrebbe dovuto fare” … eh si perché verso mezzogiorno si è scatenato il finimondo con un temporale degno di Noè che oltre che ad inzupparci tutti mentre eravamo alla ricerca di un ristorante aperto (ma in questa città mangiano tutti a casa?) ha fatto sì che le partite non venissero giocate e rimandate ad altra data. No … a differenza di quanto si possa pensare il record non è capitolato dopo solo mezza giornata, anche se la prestazione che è conseguita all’acquazzone si è insediata nella top ten, ma comunque l’umore non era dei migliori.


Impacchettati armi e bagagli siamo ritornati verso casa e fortunatamente il traffico questa volta ci ha risparmiato … ma non così tanta fortuna ho avuto con i miei colleghi che hanno passato almeno un ora a parlare di cinema! Già l’argomento non mi entusiasma (ok colpa della mia ignoranza) ma quando al cinquantesimo minuto sono arrivati, in piena estasi, alle citazioni del cinema finlandese non ce l’ho più fatta e ho minacciato di abbandonarli in un autogrill.


E così a distanza di 39 ore e 19 minuti dalla mia partenza alle 22.50 sono rientrato a casa cotto e distrutto … con l’idea che “meno male che domani è lunedì e si va a lavorare” …