Come spesso la vita di un arbitro non si dimostri facile.
Il tutto parte con abbondante anticipo rispetto ai giorni delle partite, per la precisione tre settimane prima quando un solerte portalettere deposita nella tua cassetta della posta la mitica busta contenente la designazione.
Dopo averla aperta con cura quasi maniacale fai due conti veloci veloci e ti accorgi che ti aspetterà un week end da 900 km … così è, quindi vale la pena organizzarsi.
Arriva finalmente il fine settimana e in barba agli amici, alla fidanzata/moglie, il venerdì sera lo dedichi ad andare a letto presto poiché la sveglia suonerà implacabile all’indomani alle 5.30 del mattino … ecco effettivamente sull’implacabilità della sveglia si possono aprire alcune parentesi, e che quello non fosse un week end tutto rose e fiori lo si è capito subito, quando aprendo un occhio ho visto filtrare un po’ troppa luce dalle fessure della tapparella; appuntamento con il primo collega da recuperare (anche la funzione tassista rientra fra i compiti del bravo arbitro) per le ore 6.45 ed erano già le 6.31 … la vigliacca dopo aver svolto più che egregiamente il proprio compito per tutti i giorni lavorativi della settimana (e ti pareva il contrario!) aveva deciso di fallire proprio quando si sarebbe dovuta dimostrare più utile!
Avvertito il collega che avrei fatto inesorabilmente tardi e avendone ricevuto in risposta un paio di insulti (non per il ritardo, ma perché a saperlo poteva dormire di più!) ho provveduto a infrangere ogni regola del codice di circolazione stradale collezionando un potenziale di punti di penalità sulla patente che potrebbe ricadere tranquillamente nella casistica di manifesta al terzo inning (… sigh)! Morale della favola a casa del collega ci arrivo alle 7.13.
Esaurita la seconda razione di insulti (sempre per non averlo lasciato dormire un po’ di più!) finalmente si riparte con destinazione casa del terzo collega (in confronto i bus Palermo-Milano sono dei dilettanti) che fortuna sua ha 90 Km di sonno in più di noi. Un altro inequivocabile indizio che non si trattasse del nostro giorno fortunato lo abbiamo avuto all’ingresso in autostrada dove la coda appariva ferma e monolitica fin dalla rampa di accesso … per gli amanti della statistica alle 7.25 alla vista dello stop forzato è stato battuto il record mondiale di bestemmie da parte del collega … per fare i 90 Km che ci separavano dall’ignaro compare abbiamo impiegato almeno tre ere geologiche, districandoci fra incidenti (2), lavori incorso (3), vacanzieri che ritirano la patente il giorno prima di partire per le ferie, ed un infelice tentativo di prendere uno straccio di caffè in autogrill terminato con l’impossibilità fisica di entrare nel bar (sempre per via dei vacanzieri) … in compenso sulla scale di accesso ho trovato il mio vicino di casa che non vedo mai e che mi deve restituire la canna per innaffiare e quindi ho approfittato per contrattare la resa del maltolto … quindi aumentata la gastrite in maniera allarmante ci siamo rimessi in macchina senza aver fatto colazione e siamo ripartiti; oddio siamo ripartiti non proprio subito, giusto il tempo di ritrovare un simpatico nonnetto di Piacenza che per non saper ne’ leggere ne’ scrivere aveva ben pensato di parcheggiare in modo da impedirmi ogni movimento!
Risaliti in carrozza la domanda si è subito materializzata nelle nostre menti: “Lo avvertiamo che facciamo tardi in modo che possa tornare a letto … o non gli diciamo niente così almeno si sveglia e soffre un po’ anche lui?”; ebbene dopo una breve tornata referendaria all’interno del mezzo di locomozione, all’unanimità si è deciso che doveva soffrire!
Finalmente, schivata anche una signora che in piazzola di sosta stava cambiando un bebè che aveva deciso di dar sfogo ai suoi istinti, arriviamo a destinazione alle 10.37.
Per questo giro gli insulti ce li spartiamo in parti uguali io e il collega 1, ma non essendoci tempo da perdere via di nuovo, tanto mica potrà andar peggio di come andata fino ad ora … e poi dobbiamo fare ancora
Che la giornata fosse ormai tragicamente e irrimediabilmente compromessa ce ne eravamo già accorti … ma che porcaccia miseria non si trovasse una pizzeria che una per cenare no, ed essendo a digiuno praticamente dalla sera prima questo non lo potevamo accettare ed allora sdegnati e altamente indignati … ci siamo adattati … e dopo aver percorso in lungo e in largo la cittadina in questione, nella quale per la cronaca le galline fanno le uova con il freno a mano visto che di piano non ci deve essere nemmeno l’asse da stiro (non potete avere idea di quanto abbia patito uno come me abituato alla pianura padana dove tutte le volte che qualcuno passa sui dossi di gomma messi per strada è convinto di essere andato in montagna) … finalmente abbiamo trovato una stamberga di diciottesima categoria dove però ci hanno fatto da mangiare veramente, ma veramente … da schifo!
Finito il nostro lauto pranzo ci siamo guardati in faccia e senza battere ciglio ci siamo diretti verso il posto convenuto per dormire. Probabilmente nessuno di noi era mai stato in un ostello (non probabilmente … sicuramente) e quindi non sapevamo quello che ci aspettava; eh si … perché per risparmiare qualche soldino avevamo optato per un ostello anziché il solito (e confortevole) albergo. Che le nostre idee non fossero ben chiare lo si è capito fin da subito quando il sottoscritto, dopo aver presentato i documenti alla Signora all’ingresso, ha pensato bene di chiedere un “tripla” … la gentile (?!?!) proprietaria del luogo dopo averci squadrato da capo a piedi si è allontanata per tornare dopo poco con lenzuola e coperta che ci ha prontamente consegnato e senza proferire verbo ci ha sospinto verso la nostra lussuosa suite!
La tripla si è trasformata d’incanto in uno stanzone per 15 persone, dove grazie al Cielo non alloggiava nessun altro. Va detto che il collega 1 non brilla per capacità di socializzare e di vivere in mezzo ai propri simili, quindi l’assenza di coinquilini ha fortunatamente evitato quello che viene comunemente definito “dramma della follia” …
Personalmente ho anni di campi estivi alle spalle quindi rifarmi il letto non è stato un problema … il collega
Risolto l’inconveniente tricologico il collega
Di fronte alla porta della suite si aprivano le porte dei bagni … più che aprirsi … erano spalancate! Il buon collega
Ore
La domenica era il gran giorno … eh si perché il Socializzatore faceva il suo esordio (vero) a casa base in serie A1 … faceva? Meglio dire “avrebbe dovuto fare” … eh si perché verso mezzogiorno si è scatenato il finimondo con un temporale degno di Noè che oltre che ad inzupparci tutti mentre eravamo alla ricerca di un ristorante aperto (ma in questa città mangiano tutti a casa?) ha fatto sì che le partite non venissero giocate e rimandate ad altra data. No … a differenza di quanto si possa pensare il record non è capitolato dopo solo mezza giornata, anche se la prestazione che è conseguita all’acquazzone si è insediata nella top ten, ma comunque l’umore non era dei migliori.
Impacchettati armi e bagagli siamo ritornati verso casa e fortunatamente il traffico questa volta ci ha risparmiato … ma non così tanta fortuna ho avuto con i miei colleghi che hanno passato almeno un ora a parlare di cinema! Già l’argomento non mi entusiasma (ok colpa della mia ignoranza) ma quando al cinquantesimo minuto sono arrivati, in piena estasi, alle citazioni del cinema finlandese non ce l’ho più fatta e ho minacciato di abbandonarli in un autogrill.
E così a distanza di 39 ore e 19 minuti dalla mia partenza alle